06 Ott 2021

Gli altri siamo noi

Mutuato da “L’altro che io sono”, titolo della festa “Verso l’Altro” 2021, il tema dell’anno della nostra scuola primaria prende in prestito il titolo della famosa canzone di U. Tozzi.

Come ricordato dagli organizzatori della festa nel sito www.puntomissione.org , “è nell’incontro con l’altro che la persona può scoprire il proprio volto, come in uno specchio che rimanda un’immagine diversa eppure familiare. […] In ogni incontro, in ogni sguardo, in ogni gioia come in ogni sofferenza io posso scoprire e costruire la mia storia”.

Alla scuola primaria la nostra immagine guida è il gruppo degli apostoli: simpaticamente possiamo immaginare che ogni volta che Gesù ne chiamava uno, gli altri già chiamati pensassero: “eccone un altro”.

Un altro chiamato.

Chiamato da Gesù a stare con Lui e con chi era già presente nel gruppo. Grazie all’opera di Dio, ognuno di questi altri, insieme a Gesù e tra di loro, è diventato un noi.

Accade sempre, sia nella fede che negli altri ambiti più quotidiani della vita: nella mia classe, nel mio gruppo di lavoro, nel mio collegio docenti, nella mia famiglia arriva una persona nuova. La domanda che ognuno si pone, anche implicitamente, può suonare così: questo “altro”, che per me è inizialmente “estraneo”, è un ostacolo o una risorsa per me, per la mia persona, per il mio gruppo? E io, che sono il suo “altro” sono un intralcio o un’occasione per la sua crescita? Io e l’altro, gli altri, possiamo diventare un noi?

In quest’anno vogliamo lavorare con i nostri bambini affinché la risposta a queste domande diventi sempre più “scontata”: sì, l’altro è una risorsa, e può diventare un noi.

Questo lavoro, essenziale nella crescita di ogni persona, si rende ancora più urgente dopo quasi due anni di esperienza che l’altro è una minaccia per la mia salute e che io posso essere una minaccia per la sua.

Il tempo della distanza fisica e dell’attenzione sanitaria rimane, ma vogliamo che i nostri bambini imparino di nuovo a sperimentare, preservare e prendersi cura di ogni altro tipo di vicinanza: amicale, familiare, relazionale, spirituale, collaborativa…

Ci accompagna una preghiera che Papa Francesco ha inserito nella sua omelia di Pentecoste dell’anno scorso (31 maggio 2020):

“Spirito Santo, memoria di Dio, ravviva in noi il ricordo del dono ricevuto. Liberaci dalla paralisi dell’egoismo e accendi in noi il desiderio di servire, di fare del bene. Perché peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi. Vieni, Spirito Santo: tu che sei armonia, rendici costruttori di unità; tu che sempre ti doni, dacci il coraggio di uscire da noi stessi, di amarci, di aiutarci, per diventare un’unica famiglia. Amen.”